le caratteristiche degli arazzi etnici
Tessuti Batik
una tecnica di colorazione a riserva
Il termine batik deriva dalle parole amba (scrivere) e titik (punto o goccia). Significa letteralmente "ciò che si scrive, si tratteggia o si disegna a mano" e rappresenta una tecnica africana di colorazione dei tessuti. Si tratta di una tecnica di riserva ossia di una tecnica che prevede che si creino dei disegni sul tessuto attraverso il contrasto tra zone colorate e zone invece prive di colore. Le zone prive di colore sono zone che vengono preventivamente coperte con materiali impermeabili.
Non consciamo le date precise di origine di questa tecnica e non tutti sono concordi col farla nascere in Africa bensì in Indonesia. La cosa certa è che si tratta di una tecnica molta antica che con ogni probabilità è nata casualmente. Un giorno forse una goccia di una qualche sostanza è caduta su un tessuto poco prima che entrasse nel colore e dopo magicamente ecco che in quel punto la colorazione non era stata assorbita.
Questa tecnica di colorazione necessita di molto tempo e di molta pazienza. Innanzitutto viene fatto un disegno sul tessuto. Dopo vengono coperte le zone che devono rimanere senza colorazione con un materiale impermeabile che possa penetrare all'interno delle fibre. Sono molti i materiali utilizzati per questa operazione. Gli Yoruba della Nigeria per esempio utilizzano un impasto di manioca mentre in Senegal e in Mali si utilizza solitamente un impasto di riso. Oggi è molto diffuso l'utilizzo della cera calda ma è possibile utilizzare anche argilla, resina o amido. Ad ogni ingrediente possono essere aggiunte alcune gocce di grasso o di olio di cocco per fare in modo che la sostanza risulti più omogenea e densa. Le modalità per applicare la cera sono solitamente differente tra uomini e donne. Gli uomini applicano la cera con appositi contenitori con beccuccio chiamati tjantingo mentre le donne utilizzano un pennello o un pettine in osso, in legno o in metallo. Una volta applicata la sostanza impermeabile il tessuto viene immerso in un recipiente di argilla o in una buca scavata direttamente nel terreno contenente acqua e tinture. Le tinture utilizzate sono estratte dalla pianta di indigofera. Il tessuto deve poi essere risciacquato e lasciato ad asciugare. Per eliminare il materiale impermeabile viene utilizzata una fonte di calore o un ferro caldo. Le stoffe utilizzate sono stoffe sottili capaci di trattenere in modo adeguato i colori. Il materiale più utilizzato è senza dubbio il cotone ma anche la seta o il lino.
I disegni che si vengono a formare rappresentano paesaggi, eventi della storia della tribù di appartenenza, storie culturali più generiche e scene di vita quotidiana ma alcuni disegni, che infatti è possibile incontrare molte volte su questi tessuti, possono essere considerati veri e propri simboli.
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