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Tessuti vegetali
tessuti leggeri e reistenti derivati in cotone, lino, canapa o juta
I tessuti di origine vegetale, ossia quelli che utilizzano fibre derivanti da varie specie di piante, sono veramente molti. Quelli più conosciuti e senza dubbio più utilizzati sono il cotone e il lino ma anche juta, canapa, ramiè, cocco, sisal, ginestra, ibisco e bamboo risultano abbastanza diffusi.
Il cotone è la fibra tessile ricavata dalla bambagia che avvolge i semi di una pianta appartenente alla specie Gossypium. Il cotone è molto diffuso in tutta l'America Latina dove si producono alcuni dei filati di cotone di qualità maggiore rispetto al resto del mondo. Un esempio è il cotone di Pima in Perù. Anche in India, soprattutto ad Andhra e Rajastana, la produzione del cotone è elevata e di ottima qualità così come in tutta la Cina e in tutto il Giappone e in alcune zone dell'Egitto e del Pakistan. I tessuti in cotone si caratterizzano per la loro leggerezza e per la morbidezza nonchè per le elevate capacità assorbenti. Sono tessuti resistenti che non subiscono danni a causa dell'usura ma che, a causa della loro elasticità, rischiano di strapparsi molto facilmente.
Il lino è una fibra tessile capace di conferire ad un tessuto molta più robustezza rispetto al cotone. I tessuti in lino infatti oltre a non degradarsi a causa dell'usura non subiscono neanche danni a seguito dei continui lavaggi. Anzi mano a mano che un tessuto di lino viene lavato acquisisce ancora più morbidezza rispetto all'inizio. Il lino è ricavato dall'arbusto delle piante della famiglia delle Linaceae che raggiungono un' altezza non minore di 80 cm. Quelle più basse infatti vengono utilizzate per la produzione dell'olio. La qualità più diffusa e più utilizzata per la produzione tessile è quella che deriva dalla pianta Linum usitatissimum. La maggiore produzione di lino proviene soprattutto dall'Egitto ma anche da varie zone del Medio Oriente.
La fibra tessile della juta è ricavata dalla pianta del genere Corchorus della famiglia delle Malvaceae ed è senza dubbio una tra le fibre di origine vegetale più resistenti anche più del lino. Le fibre estratte da queste piante vengono ammorbidite e in seguito filate in modo da formare una sorta di tela. La juta è originaria soprattutto dell'India ma anche della Cina.
La canapa è estratta dai fusti delle piante di Cannabis sativa e con essa è possibile produrre tessuti che a seconda della lavorazione subita possono essere o grezzi e molto simili alla juta oppure assolutamente leggeri e fini anche più dei tessuti in cotone. La canapa è una fibra originaria soprattutto dell'India anche se viene coltivata anche in altri paesi orientali.
La fibra tessile del ramiè invece è estratta dal fusto delle piante di Boehmeria nivea, una pianta urticacea particolarmente diffusa in Estremo Oriente. I tessuti in ramiè sono morbidi, sottili ed elastici e quindi considerati di ottima qualità. La fibra di ramiè però è difficile da lavorare e i costi di produzione sono infatti abbastanza elevati ed è per questo motivo che è meno diffusa rispetto alle altre fibre di origine vegetale.
Anche dal mesocarpo della noce di cocco si ricavano delle fibre con le quali è possibile creare tessuti molto resistenti e durevoli nel tempo così come dalle foglie dell'agave sisalana da cui si ricava la fibra sisal. In entrambi i casi si tratta di fibre che trovano le loro origini nell'America Centrale o nel Sud America.
Queste sono solo alcune delle fibre naturali utilizzate per la creazione di tessuti. è possibile estrarre fibre adatte alla produzione di tessuti morbidi, lucenti e leggeri anche dal bamboo e dalla soia e da piante quali la ginestra e l'ibisco. Si tratta senza dubbio di tessuti meno diffusi rispetto per esempio al cotone e al lino ma non per questo di qualità minore.
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